ll tiralatte fa male? Una domanda frequente tra le mamme che stanno per avere il primo figlio o hanno appena partorito.

ll tiralatte è uno strumento che consente alla neomamma di “tirare” – ovvero aspirare – il latte dal seno per poi offrirlo al bambino nel biberon nei casi in cui, per ragioni diverse, non fosse possibile attaccare il piccolo direttamente al seno. Vediamo intanto quanti tipi di tiralatte esistono: 

Qual è il miglior tiralatte?

Tre sono i principali tipi di tiralatte in commercio:

– manuali: attivati da un meccanismo a pompa o a siringa, sono convenienti e pratici da portare con sé;

– elettrici di piccole dimensioni: funzionano a batteria o con il trasformatore e consentono di estrarre il latte più velocemente in confronto ai modelli manuali;

– elettrici di grandi dimensioni: sono dispositivi professionali o semiprofessionali usati anche negli ospedali e sono consigliati se serve molto latte (come nel caso di gemelli o per motivi lavorativi). 

Ogni mamma può, quindi, scegliere quello che meglio si adatta alle proprie esigenze!

Come usare il tiralatte?

La prima cosa da fare quando si usa il tiralatte è lavarsi bene le mani con acqua e sapone, dopodiché è consigliabile scaldare il seno, per predisporlo all’estrazione, tramite impacchi o una doccia calda.

Una volta che ci si è comodamente sedute, si può procedere applicando la ventosa alla mammella e cominciando a tirare piano per poi aumentare gradualmente l’intensità.

Non sempre il latte inizia subito a defluire (in particolare le prime volte) e bisogna essere molto pazienti: di solito, dopo circa un quarto d’ora è meglio smettere per non rischiare di sollecitare troppo i tessuti del seno. Col trascorrere del tempo e dopo un certo numero di estrazioni il latte aumenterà: in particolare, pompaggi frequenti, che svuotano completamente la mammella, tendono a stimolare la produzione da parte della ghiandola mammaria.

Il latte tirato può poi essere conservato, tenendo conto che in frigorifero conserva le sue proprietà per 24 ore, e in freezer può durare fino a 2-3 mesi. Una volta scongelato, il latte va consumato entro 24 ore e non può essere ricongelato.

La prima cosa da fare quando si usa il tiralatte è lavarsi bene le mani con acqua e sapone, dopodiché è consigliabile scaldare il seno, per predisporlo all’estrazione, tramite impacchi o una doccia calda.

Una volta che ci si è comodamente sedute, si può procedere applicando la ventosa alla mammella e cominciando a tirare piano per poi aumentare gradualmente l’intensità.

Non sempre il latte inizia subito a defluire (in particolare le prime volte) e bisogna essere molto pazienti: di solito, dopo circa un quarto d’ora è meglio smettere per non rischiare di sollecitare troppo i tessuti del seno. Col trascorrere del tempo e dopo un certo numero di estrazioni il latte aumenterà: in particolare, pompaggi frequenti, che svuotano completamente la mammella, tendono a stimolare la produzione da parte della ghiandola mammaria.

Il latte tirato può poi essere conservato, tenendo conto che in frigorifero conserva le sue proprietà per 24 ore, e in freezer può durare fino a 2-3 mesi. Una volta scongelato, il latte va consumato entro 24 ore e non può essere ricongelato.

Come si produce il latte?

I meccanismi di avvio e mantenimento della produzione di latte sono piuttosto complicati, ma semplificando molto, possiamo dire che se si svuota il seno la secrezione di latte continua e aumenta in proporzione allo svuotamento, se si lascia il seno pieno la secrezione rallenta fino a che inizia un processo di involuzione che porta alla cessazione della secrezione di latte.

Questo vuol dire che non basta mettere un bambino al seno perché si produca latte, ma è anche necessario che questo bambino poppi in modo efficace rimuovendo bene il latte dal seno.

Purtroppo per molte ragioni questo non sempre succede. Un attacco sbagliato, per esempio, o una suzione alterata possono rendere inefficace il “lavoro del bambino”, che poppa un po’, ma non a sufficienza, e in questi casi per quanto lo si lasci a lungo attaccato al seno, potrebbe non essere in grado di stimolare la produzione di latte necessaria a soddisfare il proprio fabbisogno.

Il tiralatte  deve essere efficace per drenare bene il seno

I tiralatte non sono tutti uguali. Per ottenere un buon drenaggio del seno, il tiralatte deve essere di buona qualità. Fattori misurabili quali potenza di aspirazione, frequenza delle aspirazioni, dimensione delle coppe sono fondamentali, ma anche fattori meno quantificabili come il modo in cui vengono effettuate le aspirazioni (tecnicamente “curva di suzione”) hanno una grande importanza.
In più deve essere usato correttamente con frequenza, modalità e durata delle sessioni adeguate alla situazione e all’obbiettivo. L’uso del tiralatte non deve essere doloroso; se lo è, probabilmente non è lo strumento adatto o non è usato correttamente!

Non tutte le donne e tutte le mammelle rispondono bene al tiralatte.

Le cause più frequenti di difficoltà nell’utilizzo del tiralatte possono derivare dalla scarsa qualità dello strumento o da coppe di misura sbagliata, ed è importante ricordarlo per evitare il rischio di arrendersi prima di aver cercato un tiralatte adeguato.
Ci sono però alcuni tipi di mammelle, soprattutto quelle in cui i tessuti sono molto elastici, che rispondono male al tiralatte per ragioni meccaniche, e ci sono donne che hanno difficoltà ad avere una adeguata risposta di ossitocina, indispensabile per estrarre latte quando usano il tiralatte. Sono situazioni piuttosto rare, ma se dopo la regolazione appropriata dello strumento permangono grosse difficoltà ad estrarre latte, sono ipotesi che vanno considerate. In questi casi è spesso più efficace la spremitura manuale.

Quindi in tutte le situazioni in cui il bambino non è efficace nel drenare il seno, il tiralatte (se di buona qualità, adatto alla situazione, con coppe corrette e usato adeguatamente) ci permette di avviare o incrementare la produzione di latte, perché ci permette di drenare il seno!

Il tiralatte fa andare via il latte?

È vero però che mantenere la produzione con il tiralatte è più difficile che farlo con un bambino efficace. Questo perché il tiralatte è “passivo” e non aumenta la richiesta quando il latte diventa difficile da estrarre, come farebbe invece un bambino (pensiamo ai cosiddetti “scatti di crescita”).

Questo vuol dire che il tiralatte per essere efficace deve essere usato bene (vedi questo articolo), conoscendo e comprendendo la fisiologia della produzione di latte.

In caso di ingorgo il tiralatte non peggiora il problema se usato nel modo corretto?

Se il problema è una sovraproduzione di latte, svuotare il seno eccessivamente può portare a un circolo vizioso di ulteriore aumento, ma non è il metodo di svuotamento ad essere il problema: svuotare a mano avrebbe lo stesso effetto di svuotare con il tiralatte. A volte però questa preoccupazione che il tiralatte “svuoti troppo” viene espressa nel contesto della mastite, dove invece la priorità è diminuire l’infiammazione, e ridurre il ristagno di latte diventa importante, insieme all’utilizzo di terapie adeguate. Molto raramente in fase di mastite acuta la sovraproduzione è un problema di cui preoccuparsi, perché la produzione di latte tende a diminuire a causa della patologia, quindi i timori legati all’uso del tiralatte sono ingiustificati. In caso di dotto ostruito, invece, generalmente il tiralatte non è dannoso ma è poco efficace, e funziona meglio la spremitura a mano.

 

Per concludere:

  • Il latte va via se il seno non viene drenato con l’efficacia e la frequenza necessaria.
  • Il tiralatte è uno strumento, che usato correttamente può aiutare a far funzionare allattamenti difficili.
  • Come tutti gli strumenti, se usato male il tiralatte può fare danni (all’allattamento o al seno).
  • Il tiralatte non è uno strumento che permette di valutare un allattamento o misurare la quantità di latte prodotto.
  • È importante imparare a distinguere gli apparecchi efficaci da quelli di bassa qualità, a conoscere come funzionano e come usarli!
  • Tirarsi il latte in modo regolare è un grosso impegno, e non bisogna sottovalutare la fatica che comporta farlo. Bisogna cercare di rendere efficiente il processo, mantenere l’uso del tiralatte entro limiti sostenibili e commisurati all’obiettivo, valutare le alternative e rivalutare periodicamente obiettivi, risultati e impegno, per sostenere in modo corretto ed efficace la madre che lo usa.

 

RICORDATE: le situazioni individuali possono variare e le eccezioni sono sempre possibili, per questo in caso di dubbio è bene chiedere una consulenza personale al proprio medico; ma soprattutto ogni mamma sa sempre cosa è meglio per il proprio piccolo, non abbiate paura.❤️

 

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