Quando si parla di gravidanza, è la futura mamma la protagonista indiscussa: è con lei che il bimbo crea una relazione unica e speciale, grazie a una simbiosi che è, a un tempo, fisica ed emotiva. Ma che cosa significa, per un uomo, aspettare un figlio? Quali emozioni, paure, riflessioni suscita in lui l’attesa?
I papà? Figure sottovalutate e strapazzate, che in realtà, rivestono una funzione importante nello sviluppo del piccolo!
I tempi sono fortunatamente cambiati e alla figura paterna la pedagogia e la psicologia hanno dedicato importanti studi e ricerche su quanto la presenza non solo fisica, ma anche educativa sia fondamentale per il corretto sviluppo dei bambini. Sono tanti, infatti, i padri che si occupano dell’accudimento dei figli sin dalla nascita, ma non solo. Molti si preoccupano anche della gravidanza della compagna e partecipano attivamente alle varie visite mediche. Non c’è che dire non abbiamo più di fronte un uomo dedito al lavoro e a portare lo stipendio a casa, ma è pienamente inserito nel suo ruolo di padre.
Anche i papà vivono la gravidanza assieme alla loro dolce metà. Certo, non dovranno affrontare le nausee, il pancione che cresce, il travaglio ed il parto, ma il loro contributo fisico ed emotivo non deve mancare.
Infatti se la creazione di un’immagine mentale del bebè che cresce nel suo grembo è, per la donna, un processo naturale, spontaneo, per l’uomo, invece, si tratta di un percorso che richiede un certo sforzo. Il futuro padre è fisicamente escluso dalla relazione privilegiata che lega madre e figlio e per questo è utile che la donna lo renda partecipe e, naturalmente, che l’uomo sia pronto a lasciarsi coinvolgere. La vicinanza e la condivisione tra futuri genitori è importante per la futura mamma che, grazie alla presenza del compagno, vive con maggior serenità la gravidanza, ma è un’opportunità preziosa anche per l’uomo che, piano piano, impara a fare conoscenza con il proprio piccino.
In questo sono di grande aiuto i primi movimenti del bebè che il futuro papà può sentire posando la mano sul pancione. E ben presto il bimbo imparerà a riconoscere la voce paterna e a interagire con lui, rispondendo al saluto e alle carezze del papà con una serie di calcetti e di capriole. Anche i controlli ecografici possono facilitare la “conoscenza” tra padre e figlio. Vedere il proprio piccino sul monitor è un’opportunità per crearsi uno scenario mentale più veritiero.
Come possono i papà accompagnare al meglio la loro compagna durante la gravidanza e dopo?
Vediamo insieme in quali passaggi e tappe è importante il ruolo del papà …
- La gravidanza …
Vi starete chiedendo cosa possa entrarci il papà con la gravidanza vero? Ebbene, il papà è importante in gravidanza, poiché, grazie alla sua capacità di accogliere le ansie materne induce, di riflesso, un enorme benessere sul buon proseguimento della gravidanza stessa e sulla crescita intrauterina del piccolo. Il papà, inoltre, è importante , come abbiamo già detto, anche riguardo al contatto che ha con il piccolo attraverso il ventre materno. Le carezze che il papà fa sulla pancia della mamma, non sono solo un vezzo come in molti credono, ma sono il primo passo per quello che sarà il futuro legame con il nascituro.
- Nascita e accudimento …
Alla nascita, sovente, c’è l’erronea convinzione che il piccolo dipenda totalmente dalla mamma, niente di più falso. Ricordiamoci che il papà ha contribuito alla sua nascita e già questo gli conferisce importanza, in secondo luogo egli, accudendo il piccolo nell’igiene e ove necessario nell’allattamento misto, sarà decisivo per lo sviluppo emotivo e psicologico del bambino. I bambini amati e accuditi diventano adulti sereni e sicuri di se con un elevato tasso di stima in se stessi, affinché ciò sia possibile, è necessario che il padre, al pari della madre svolga un ruolo fondamentale e complementare nella crescita e nell’accudimento dell’infante.
Il ruolo del padre man mano che il bambino cresce
Ovviamente la presenza del padre si modifica con la crescita del bambino. Se è normale, e al tempo stesso naturale, una certa diade madre-figlio nei primissimi mesi di vita in cui la mamma e il bambino sono in simbiosi perfetta e il padre poco può fare, crescendo si va a delineare la personalità del figlio e l’approccio con altre figure educative risulta estremamente fondamentale.
Nel secondo anno di vita infatti i papà diventano molto attraenti per i figli. Dipende dal loro modo di giocare e dal fatto che il tempo che trascorrono con loro di solito è poco e sembra per questo più prezioso. Se però hanno bisogno di protezione o di tranquillità, rientra in campo la mamma.”
❤️Nasce la Famiglia❤️
L’instaurarsi del triangolo padre-madre-bambino fa si che il nascituro si affidi alla madre, la quale invece si appoggia al padre, il quale, a sua volta, si appella all’amore che egli nutre per la moglie e per il figlio. E’ proprio così che la vita familiare subisce una continua evoluzione in senso circolare.
La paternità nel suo essere essenziale, è per questo in continua evoluzione e sfortunatamente rappresenta una fortuna che non sempre è presente nella vita degli uomini, o perché non sono interessati o perché alcuni si rifiutano di prendersi carico dei propri figli.
La presenza del padre, infatti, rappresenta una condizione discriminante sia per le mamme che per i bambini, durante e post- gravidanza.
Normalmente, per un uomo, partecipare al momento del parto è estremamente toccante tanto da spingerlo a legarsi maggiormente alla propria moglie e a instaurare un legame speciale con il frutto del loro amore.
La presenza attiva dell’uomo è fondamentale anche per la futura/neo mamma in quanto la rasserena spingendola a vivere il parto con tutte le sue conseguenze in maniera propositiva.
Vero è che nessuno è mai realmente pronto a divenire genitore, in quanto non esiste un manuale da seguire in proposito!
Ciò che conta è essere presenti e attivi nella vita dei propri figli, poiché diversi studi condotti sui neonati testimoniano quanto loro siano scaltri e sempre pronti a osservare, per poi imitare, gli atteggiamenti dei suoi genitori.
La gravidanza, per l’uomo, è come una risposta alla “chiamata” effettuata dalla paternità la quale induce il soggetto a transitare da una condizione di figlio a quella di padre.
Il neo papà sfida la propria persona a sforzarsi di trascendere i suoi bisogni, essere paziente, comprensivo e dispensando un amore incondizionato per il proprio bambino.
Scelte educative?… Da scegliere in due
Le scelte educative, è giusto dirlo, devono essere condivise dalla coppia, è importante per il bambino avere due genitori che la pensino allo stesso modo per non creare fraintendimenti e confusione. Stabilire delle regole sin da subito aiuta la coppia a mantenere quell’equilibrio e i figli ad avere una base solida su cui fare riferimento.
A rischio di esclusione
Un vissuto comune a molti futuri padri è, infine, la sensazione di essere esclusi. L’attenzione generale è rivolta alla futura mamma, alle sue esigenze, alle sue sensazioni fisiche ed emotive. Del padre e di ciò che prova, ci si preoccupa poco. Eppure anche l’uomo, seppur meno avvezzo a esprimere i propri sentimenti, può aver bisogno di dare voce ai timori e alle emozioni che la paternità suscita in lui. La donna, in genere, ha molte persone intorno a sé (parenti, amiche, ostetriche…) ma il rischio è che questa “comunanza al femminile” faccia sentire l’uomo ancora più escluso. Invece, la gravidanza può essere l’occasione per creare uno spazio di dialogo privilegiato all’interno della coppia: se la donna rende il partner partecipe dell’esperienza che sta vivendo, confidando a lui – più che a chiunque altro – le sue emozioni, si aprirà un canale comunicativo che permetterà loro di confrontarsi e sentirsi più vicini, prima e dopo la nascita del bebè.
Ecco perché l’’impegno paterno dipende fortemente anche dal comportamento della madre. È stato dimostrato che gli uomini traggono grandi benefici se il loro partner si fida almeno di loro per fornire un lavoro competente e la cura del bambino o chiede esplicitamente loro di farlo. In questi casi la partecipazione dei padri ai compiti educativi è notevolmente più elevata rispetto alle famiglie in cui le madri hanno poca fiducia nelle qualità paterne del partner e si assumono rapidamente i compiti da sole. “Non essere così duro, lascia che lo faccia io, ti mostro io come si fa….. Non puoi farlo comunque, ti stresserá….”. I padri che non si prendono cura del loro bambino nei primi mesi acquisiscono anche una minore competenza nel trattare con il bambino, il che favorisce esperienze frustranti. E’ cosi’ che si puo’ innescare un circolo vizioso. Spesso si sviluppa un circolo vizioso in cui il padre ha dei deficit nel rapporto con il figlio e non osa trattare con lui da solo. La madre ha poca fiducia nelle sue competenze paterne, che possono portare ad una spirale di delusione e nervosismo, dominata da accuse reciproche che “lui” non si preoccupa e “lei” non glielo permette. Così la delusione e la frustrazione si sviluppano rapidamente con padri che spesso si ritirano nella vita lavorativa.
I padri hanno un aspetto diverso, hanno un odore diverso, parlano in modo diverso, cullano i loro bambini in modo diverso, li fasciano e si prendono cura di loro in modo diverso, li nutrono e giocano in modo diverso. La varietà di esperienze sensuali e fisiche fa bene ai bambini. Lo psicologo dello sviluppo Jean Le Camus ha studiato come funzionano queste differenze: I bambini imparano a parlare più facilmente, più velocemente e meglio quando, oltre alle madri, anche i padri parlano molto con loro, perché i padri di solito formano frasi più brevi e accattivanti.
RICORDATE: Ogni uomo può essere un padre, ma ci vuole qualcosa di speciale per essere un papà!